Marco Ercolani sul blog "Scritture" a proposito de IL CULTO DEL DISORDINE
Appena esce un nuovo libro di Mauro Macario (che sia un volume di versi nuovi o una autoantologia come nel caso di Il culto del disordine, Tabula Fati, 2025), il desiderio di leggerlo o rileggerlo non smette di rinascere. I suoi versi ci saranno ancora una volta compagni, come canzoni che non smettono di indignarci o di commuoverci.
Marco Ercolani
Mauro ha avuto, dalla vita, non il destino di chiudere giovane il suo percorso, da eroe anarchico e rimbaudiano, ma quello di essere il commosso superstite di una fierezza dimenticata, testimone, nel cuore e nel pensiero, di una rivolta permanente contro i codici di una vita asservita e vuota.
Oggi, nel mio blog, festeggio l’uscita di questo libro riportando una delle sue poesie più drammatiche e sincere, una “canzone privata” che, nella semplicità del dettato, intreccia la pietà umana per una vita suicida al dolore per una generazione perduta.
Mauro Macario si impone per uno stile chiaro, neutro, potente: con le parole più semplici intona una cantata profana, di rimpianti e rimorsi, che echeggia lo struggimento amoroso del più infelice degli chansonniers.
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