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Il commento di David La Mantia alla poesia "Il racconto della Terra" di Maria Pia Latorre in "È stato per caos"

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Lo sguardo dal finestrino di un treno, l'immagine di un viaggio apre la poesia di Maria Pia Latorre. È già una dichiarazione d'intenti. È la storia di un amore, una vera e propria dichiarazione verso la natura e verso l'umanità tutta. È la ricerca di una ecologia di pensiero. Che si fa acqua e benedizione, frutto dell'amore ( Ogni fiume e rigagnolo e linea d'acqua /che ha fecondato la terra/ come ha voluto eros ).  David La Mantia Ed ecco, di seguito, le immagini di questa campagna ancora incontaminata dal male nel suo cuore, illuminata dell'umanità dei contadini ( E la terra che ha generato il cielo e ha dato volto all'amore/si è fatta umano,/uomodonna figlio della terra/ e dei frutti/ uomodonna che accarezza con gli occhi le zolle/contadini con erbe e foschie nelle narici ).  Questa età dell'oro, non nostalgica, ma visionaria ed insieme terrena, elimina le differenze di genere. Uomodonna è la parola insistita, l'ossimoro che si fa fusione, che si f...

Gianni A. Palumbo prefaziona "Un sottopasso" di Guido Oldani

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L’annuncio dell’età del “postumano”, con l’individuo ‘oggettificato’ al punto che per parlare di relazioni tra persone si debba assimilarle ai loro panni e cappotti, era già vivido nel Cielo di lardo , raccolta che Guido Oldani pubblicava per Mursia nel 2008. Perché quelle idee fossero elevate a chiarezza concettuale, si doveva attendere il pamphlet oldaniano dal titolo Il Realismo Terminale (Mursia 2010), espressione, nell’era delle ‘pandemie abitative’, di una «poetica» che è anche «una lettura del mondo: una fase del cammino dell’umanità aperto a esiti possibili di segno opposto». Questa poetica ha avuto forza aggregante considerevole, fino a produrre nel 2014 un conseguente Movimento. Subito è stata evidente la tensione del Realismo Terminale all’impegno civile, con la sua lucidità di sguardo sorretta dall’arma di un’ironia che, per ricorrere a un’espressione da Oldani riferita a Parini, è la vera «dinamite poetica». Gianni Antonio Palumbo A innervare Un sottopasso , silloge fino...

Adriana Giotti sull'opera poetica di Mauro Macario

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Il grave declino ideologico, intellettuale, civile e morale osteggia il riconoscimento e lo sviluppo dei talenti e pone evidenti limiti alla libertà d’espressione. Allo scrittore, cui è concesso un ampio margine di libertà nella rappresentazione di eventi e nella costruzione di situazioni, personaggi e dialoghi, non resta che adattarsi alla realtà contingente o rifugiarsi nella fantasia. Diverso è per il poeta, da sempre primario artefice, depositario e tutore della bellezza, del potere e del valore delle parole, che non può più limitarsi ad appagare la funzione tradizionale del patrimonio linguistico, a rendere intelligibili le idee, le opinioni e i concetti, e favorire la condivisione dei valori umani. Consapevole dell'arduo compito di salvare la parola dagli abusi e dai soprusi, Mauro Macario rifugge dalle composizioni particolaristiche, personalistiche e individualistiche, che piegano la poesia e l’arte alle intime intenzioni di un autore e alle sue personali aspirazioni, esige...

Vittorino Curci prefaziona "La vita naturale" di Vito Bruno

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  Di seguito la prefazione completa a La vita naturale di Vito Bruno, quarto volume della collana Polveri . Vittorino Curci (foto di Francesco Liuzzi) Inclino a credere che La vita naturale , il tema conduttore e anche il bellissimo titolo di questo libro, abbia qualche attinenza con l' esistere inteso come presenza incarnata, complessa e autentica di cui parla Miguel Benasayag nel suo saggio del 2018 Funzionare o esistere? . Il filosofo e psicanalista argentino – nel 2004 autore, con Gérad Schmit, di un libro di successo come L'epoca delle passioni tristi – proseguendo la sua ricerca sulla condizione umana di oggi analizza quel che accade in un sistema sociale quando una tecnologia evoluta e fuori controllo prende il sopravvento sulle persone trasformandole in macchine utili ed efficienti e privandole del benché minimo desiderio di esistere . Che fare in una situazione del genere? Benasayag suggerisce per prima cosa di «entrare di amicizia» con la propria fragilità: «ecco l...

Italo Interesse sul "Quotidiano di Bari" a proposito di È STATO PER CAOS

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Pasquale Vitagliano su IL CULTO DEL DISORDINE di M. Macario

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Se il disordine è l’ordine senza potere, come ha detto Léo Ferré, la poesia, forse, è la scrittura senza sintassi. Ne Il culto del disordine (Tabula Fati, 2025, nella collana diretta da Vito Davoli), antologia delle sue raccolte poetiche, Mauro Macario ci mette di fronte ad un tentativo esistenziale di poesia libertaria, cioè una poesia che usa la parole e il verso come viatico di liberazione umana.  L’effetto è immediato e tangibile. Per esempio, spontaneamente sono stato indotto a leggere il libro dalla fine verso l’inizio. In effetti, Lucrezia Lombardo coglie questa circolarità. D’altra parte, l’anarchia non è caos, tant’è che un altro motto è vietato vietare ma doveroso vietarsi . La poesia di Macario, infatti, è tutt’altro che spontanea e caotica. In un frangente d’epoca in cui tutti sembrano esordienti, Macario ha una storica (e che storia!). La sua poesia ha la leggerezza dei suoni, l’oralità di un’evocazione, nel suo svolgimento copre tutto il Novecento e ciò che resta è u...

"Fuoco alle Polveri", una riflessione di Marco Cinque

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Si potrebbe dire fuoco alle “P𝒐lveri”, la nuova collana curata da Vito Davoli, per le Edizioni Tabula Fati . A volte sembra quasi che le strade della poesia ti riportino in luoghi, tempi e dimensioni che riconosci come “casa”, qualcosa di familiare che ti lega, anche se non lo sapevi, anche se hai età diverse, anche se vieni da storie diverse, da città diverse. In questo progetto letterario, Vito ha deciso di imbarcarmi come primo ospite con la raccolta Apnea in versi . Sulla scialuppa poetica è salita anche l'amica e compagna Luciana Castellina, che ha arricchito il libro con una sua lettera critica introduttiva, totalmente estranea alle stucchevoli dinamiche accademiche. Poi il secondo passo mosso da Vito, che ha regalato alla collana un faro poetico nell'oscurità disumana che il mondo sta attraversando, con la pubblicazione di una maiuscola raccolta antologica di Mauro Macario. Il culto del disordine . Marco Cinque con Il culto del disordine di Mauro Macario Quando le voci...

La poesia di Mauro Macario secondo il regista e scrittore Leandro Castellani

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A Mauro Macario debbo, da qualche anno ormai, la riscoperta della poesia. Per un certo travagliato periodo avevo ritenuto che, perlomeno ai giorni nostri, la poesia si fosse autoconfinata nella leziosa ricerca di parole desuete, connubi eterei, immagini falsamente aeree e celestiali. Niente di più sbagliato. Con Mauro riscoprivo quanto di selvaggio, maschia e “carnale” la musa potesse riservare ai suoi poeti, «perché poesia e anarchia / sono gemelle in utero mundi», come se le immagini di un presente personale, talvolta astioso, sempre irriverente e schiavo di un’inevitabile motivata tristezza, potessero essere o diventare poesia, fossero una lettura visionaria del nostro presente, svelamento e non infingimento.  Leandro Castellani Da allora Mauro è diventato il “mio” poeta a cui ricorrere nel periodico insopprimibile bisogno di poesia. Qualche mese fa Mauro Macario ha celebrato la vittoria sulla morte con Solo i fantasmi sognano , un film in cui ha magicamente riannodato le immagi...

Marco Ercolani sul blog "Scritture" a proposito de IL CULTO DEL DISORDINE

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Appena esce un nuovo libro di Mauro Macario (che sia un volume di versi nuovi o una autoantologia come nel caso di Il culto del disordine , Tabula Fati, 2025), il desiderio di leggerlo o rileggerlo non smette di rinascere. I suoi versi ci saranno ancora una volta compagni, come canzoni che non smettono di indignarci o di commuoverci.  Marco Ercolani Mauro ha avuto, dalla vita, non il destino di chiudere giovane il suo percorso, da eroe anarchico e rimbaudiano, ma quello di essere il commosso superstite di una fierezza dimenticata, testimone, nel cuore e nel pensiero, di una rivolta permanente contro i codici di una vita asservita e vuota.  Oggi, nel mio blog, festeggio l’uscita di questo libro riportando una delle sue poesie più drammatiche e sincere, una “canzone privata” che, nella semplicità del dettato, intreccia la pietà umana per una vita suicida al dolore per una generazione perduta.  Mauro Macario si impone per uno stile chiaro, neutro, potente: con le parole più ...

Massimo Teti su APNEA IN VERSI di Marco Cinque

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APNEA IN VERSI è una raccolta di poesie di Marco Cinque , edizioni Edizioni Tabula Fati , con una prefazione molto sentita di Luciana Castellina . Che dire di Marco Cinque: poeta, musicista, fotografo, giornalista, ma soprattutto attivista dei diritti umani. L' Apnea del titolo rimanda al periodo del COVID, un periodo che ha messo a dura prova la nostra capacità, come uomini e donne di mantenere tratti di solidarietà e di umanità in un momento difficile come quello, una prova, superata la quale avremmo potuto diventare migliori. Prova che, come sappiamo non abbiamo superato, anzi semmai siamo decisamente peggiorati. Ma le poesie non parlano solo di questo, parlano anche di altro, parlano delle sofferenze, delle ingiustizie che subiscono i poveri, gli immigrati, i senzatetto, gli ultimi della terra, vittime di questo sistema di potere basato sul capitalismo. Ma parlano anche, e soprattutto delle vittime delle guerre, che i potenti della terra, quelli che prosperano appunto con qu...