Il commento del poeta Paolo Ruffilli a IL CULTO DEL DISORDINE di M. Macario

Grazie caro Mauro per Il culto del disordine. Un "borghese anarchico" come me non può che aderire già a partire dal titolo. Questa tua autobiografia in versi ha la forza moltiplicata che si innesca in reazione uguale e contraria dalle occasioni e dagli incontri della vita di tutti i giorni. 

Paolo Ruffilli

Una forza trainante e coinvolgente per chi legge, tanto che sono andato avanti dalla prima all'ultima pagina, su quella «tela indelebile del cuore dove il tempo non scolora mai», accorgendomi solo alla fine di aver percorso un bel pezzo di strada. Anch'io a chiedermi perché «la linea di un canto si spezza sempre alla nota più alta» e per me erano strofe e non ballerine, o per meglio dire, unificando le une con le altre, e franare dolcemente...
Un carissimo abbraccio


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