Post

Nota di Bartolomeo Bellanova a È STATO PER CAOS di Maria Pia Latorre

Immagine
Ho terminato ora la lettura di È stato per caos di Maria Pia Latorre (Edizioni Tabula Fati 2025). Mi ha trasmesso profonde emozioni scaturite anche da uno stesso sentire sulla vita, i sentimenti, le ingiustizie e le gravi patologie della nostra specie.  Nella raccolta è apprezzabile la crescita e la ricerca poetica dell’autrice che le hanno consentito di approdare a una lingua in cui i termini di quotidiano convivono con lemmi meno usati quali (“acqua ialina”, “historiola”, “iazzi”, “colubro”, “biacco”). Sono presenti anche esperimenti di meticciamento linguistico come nella poesia Palermo in cui la lingua italiana e la lingua madre palermitana si fondono in un tessuto vivo non banalizzato. Non mancano poi incursioni nel gergo della tecnologia come in Metaverso o I.A .  La silloge è disseminata di immagini che sono pennellate di colori originali e cangianti quali: «la luce lapide di astri estinti» nella poesia eponima È stato per caos ed anche: «boccioli di luce», «foglie ...

Sandro Marano su È STATO PER CAOS di Maria Pia Latorre

Immagine
Di Maria Pia Latorre , poetessa e insegnante di scuola primaria, nonché coordinatrice di un nutrito gruppo di poeti, che sotto il nome “L’isola di Gary” s’interessano delle sorti del nostro pianeta (per i quali ha curato ben quattro antologie uscite a cadenza annuale tra il 2021 e il 2024), ci siamo già occupati in occasione delle sue ultime pubblicazioni poetiche: Flamenco e cioccolato (2021) ed Esemplare l’umano (2023). È ora uscita una nuova e compatta silloge È stato per caos . Si tratta di cinquanta composizioni poetiche suddivise in due sezioni: Viaggio clandestino ed È stato per caos , che dà il titolo alla raccolta. E sono introdotte da una sentita prefazione di Paolo Polvani che osserva: «cosa rappresenti il caos nell’economia della terra è facile da intuire… la nostra terra è sull’orlo del baratro e ogni giorno sprecato ci avvicina a un punto di non ritorno». Sandro Marano Maria Pia Latorre è come una viaggiatrice che, senza perdere la speranza, si misura col mondo in cui...

Giuseppe Capozza legge È STATO PER CAOS di Maria Pia Latorre

Immagine
Dovrebbe essere un piacere leggere versi; quelli di Maria Pia Latorre contenuti nella raccolta È stato per caos hanno ritmo e pause musicali; le parole, lette ad alta voce, scorrono come le note di uno spartito e, in tal senso, diverse sono le liriche che provocano questo tipo di piacere; ad esempio, quelle dedicate a città e luoghi: Viterbo e Daunia , contenute in Viaggio clandestino , la prima delle due parti in cui è divisa la raccolta (l’altra ha lo stesso titolo della copertina).  Il “gusto” della partitura musicale lo si può provare in liriche tanto brevi quanto intense: La mia ombra , Nel rovescio di una partita , Settembre e in quella che, a nostro avviso, è la più rappresentativa della poetica della Latorre: Stella senza luce . Altra suggestione proviene da singoli versi all’interno di liriche più ampie; versi illuminanti e illuminati (San Michele arcangelo che non è bastato a liberarci dal male, in Ardente Murgia ; …lo spettacolo dell'ape che ci scioglie in commozione ...

È uscito il nuovo volume di Maria Pia Latorre, È STATO PER CAOS

Immagine
È uscito il nuovo volume di poesie di Maria Pia Latorre: È STATO PER CAOS è il terzo volume della collana POLVERI, con prefazione di Paolo Polvani. Di seguito un estratto: M.P. LATORRE,  È stato per caos , Tabula fati, Chieti 2025 Acquistalo sul sito dell'editore Acquistalo su Amazon Viaggiamo ad alta velocità in vite stritolate da logiche di potere, dove è sempre più difficile riconoscerci ognuno nella propria identità. Siamo alla continua ricerca di direzionare le nostre energie in azione, oppure, all’opposto, ci ritroviamo immersi nell’atonia, atteggiamenti diversi per lo stesso malessere. Ma la comune tensione vitale che ci investe è resistere. Resistere a tutto ciò che di disumano ci è intorno e che ci interroga, per compiere, così, il necessario salto verso l’autenticità del vivere. Il senso è nell’autentico che ci permette di sperare sempre e comunque nella coscienza umana. Cinquanta poesie cadute “per caos”, su queste pagine, perché non c’è una parola in più o una parola in...

Pasquale Vitagliano su IL CULTO DEL DISORDINE di M. Macario

Immagine
Se il disordine è l’ordine senza potere, come ha detto Léo Ferré, la poesia, forse, è la scrittura senza sintassi. Ne Il culto del disordine (Tabula Fati, 2025, nella collana diretta da Vito Davoli), antologia delle sue raccolte poetiche, Mauro Macario ci mette di fronte ad un tentativo esistenziale di poesia libertaria, cioè una poesia che usa la parole e il verso come viatico di liberazione umana.  L’effetto è immediato e tangibile. Per esempio, spontaneamente sono stato indotto a leggere il libro dalla fine verso l’inizio. In effetti, Lucrezia Lombardo coglie questa circolarità. D’altra parte, l’anarchia non è caos, tant’è che un altro motto è vietato vietare ma doveroso vietarsi . La poesia di Macario, infatti, è tutt’altro che spontanea e caotica. In un frangente d’epoca in cui tutti sembrano esordienti, Macario ha una storica (e che storia!). La sua poesia ha la leggerezza dei suoni, l’oralità di un’evocazione, nel suo svolgimento copre tutto il Novecento e ciò che resta è u...

"Fuoco alle Polveri", una riflessione di Marco Cinque

Immagine
Si potrebbe dire fuoco alle “P𝒐lveri”, la nuova collana curata da Vito Davoli, per le Edizioni Tabula Fati . A volte sembra quasi che le strade della poesia ti riportino in luoghi, tempi e dimensioni che riconosci come “casa”, qualcosa di familiare che ti lega, anche se non lo sapevi, anche se hai età diverse, anche se vieni da storie diverse, da città diverse. In questo progetto letterario, Vito ha deciso di imbarcarmi come primo ospite con la raccolta Apnea in versi . Sulla scialuppa poetica è salita anche l'amica e compagna Luciana Castellina, che ha arricchito il libro con una sua lettera critica introduttiva, totalmente estranea alle stucchevoli dinamiche accademiche. Poi il secondo passo mosso da Vito, che ha regalato alla collana un faro poetico nell'oscurità disumana che il mondo sta attraversando, con la pubblicazione di una maiuscola raccolta antologica di Mauro Macario. Il culto del disordine . Marco Cinque con Il culto del disordine di Mauro Macario Quando le voci...

La poesia di Mauro Macario secondo il regista e scrittore Leandro Castellani

Immagine
A Mauro Macario debbo, da qualche anno ormai, la riscoperta della poesia. Per un certo travagliato periodo avevo ritenuto che, perlomeno ai giorni nostri, la poesia si fosse autoconfinata nella leziosa ricerca di parole desuete, connubi eterei, immagini falsamente aeree e celestiali. Niente di più sbagliato. Con Mauro riscoprivo quanto di selvaggio, maschia e “carnale” la musa potesse riservare ai suoi poeti, «perché poesia e anarchia / sono gemelle in utero mundi», come se le immagini di un presente personale, talvolta astioso, sempre irriverente e schiavo di un’inevitabile motivata tristezza, potessero essere o diventare poesia, fossero una lettura visionaria del nostro presente, svelamento e non infingimento.  Leandro Castellani Da allora Mauro è diventato il “mio” poeta a cui ricorrere nel periodico insopprimibile bisogno di poesia. Qualche mese fa Mauro Macario ha celebrato la vittoria sulla morte con Solo i fantasmi sognano , un film in cui ha magicamente riannodato le immagi...

Marco Ercolani sul blog "Scritture" a proposito de IL CULTO DEL DISORDINE

Immagine
Appena esce un nuovo libro di Mauro Macario (che sia un volume di versi nuovi o una autoantologia come nel caso di Il culto del disordine , Tabula Fati, 2025), il desiderio di leggerlo o rileggerlo non smette di rinascere. I suoi versi ci saranno ancora una volta compagni, come canzoni che non smettono di indignarci o di commuoverci.  Marco Ercolani Mauro ha avuto, dalla vita, non il destino di chiudere giovane il suo percorso, da eroe anarchico e rimbaudiano, ma quello di essere il commosso superstite di una fierezza dimenticata, testimone, nel cuore e nel pensiero, di una rivolta permanente contro i codici di una vita asservita e vuota.  Oggi, nel mio blog, festeggio l’uscita di questo libro riportando una delle sue poesie più drammatiche e sincere, una “canzone privata” che, nella semplicità del dettato, intreccia la pietà umana per una vita suicida al dolore per una generazione perduta.  Mauro Macario si impone per uno stile chiaro, neutro, potente: con le parole più ...

Raffaele Floris su IL CULTO DEL DISORDINE di Mauro Macario

Immagine
Consiglio Il culto del disordine , di Mauro Macario, ed. Tabula Fati 2025., che ha anche una bella immagine di copertina e due preziose note, di Laura Cantelmo e di Lucrezia Lombardo . Ma, soprattutto, un corpus poetico di tutto rispetto - nella sua unicità e inconfondibilità.  Raffaele Floris Insomma, mente scopriamo (o riscopriamo) questo autore andiamo anche sul sicuro, perché ha molte frecce nella sua faretra, e un arco robusto e ben teso. Uno sguardo che interroga e scuote. Una voce sicura e potente. Fra i marosi del mondo, nelle plaghe remote e assillanti, negli spazi più intimi e impervi del suo sguardo cruciale. Acquistalo sul sito dell'editore Acquistalo su Amazon